Visita al Museo Diocesano

Il Museo Diocesano di Ortona, in origine Museo della Cattedrale, è nato nel dopoguerra per volere del Mons. Tommaso De Luca, suo solerte promotorecon il recupero e con l'apporto di notevoli capolavori. Il Monsignor De Luca aveva promosso l'iniziativa di istituire per la prima volta ad Ortona un museo, che con il passare del tempo ha acquisito una importanza sempre maggiore, dovuta all'incremento della sua attività collezionistica, sicchè oggi è oggetto di vanto e fulcro importante per la città, grazie al pregevole patrimonio di cui è detentore.
Al centro il Presidente Carlo Tortella
ed i graditi ospiti
Il Presidente Carlo Tortella ed il Relatore
Il Museo è il risultato di un lungo lavoro di raccolta di testimonianze da salvaguardare, tramandare, valorizzare e fruire e pur in assenza di forti spinte organizzative, ha mantenuto il volto originario di sacrario delle memorie cittadine.
Per dare degna sistemazione alle opere raccolte, si decideva di ospitarle nella Cattedrale, unitamente al suo "tesoro", e precisamente nelle tre sale, sul fanco sinistro della Chiesa, che in origine era rispettivamente la Cappella del Rosario, la Cappella del Battistero e, infine, la Cappella di Sant'Onofrio.

Il Museo della cattedrale fu aperto al pubblico il 3 maggio 1980 in occasione delle solenni celebrazioni per la festa del Perdono di San tommaso Apostolo.
Ripercorrere i fatti e le circostanze che portarono all'istituzione del Museo non è oggi facile impresa, data la scarsità dei ducomenti superstiti.
La formazione dell'originario nucleo museale è legato alla salvaguardia di un patrimonio compromesso da un irreparabile degrado, subito dopo le distruzioni belliche: fu, infatti, istituito per tampona- re i "disastri" che sarebbero derivati al patrimonio artistico ortonese e per garantire la sopravvivenza di testimonianze tanto significative.

L'apertura del Museo, mirando al recupero, allo studio, alla pubblicizzazione di un patrimonio di inestimabile valore, restituirà ad Ortona, il suo antico e glorioso volto artistico, pur essendo stata, nel corso dei secoli, depauperata di numerose e pregevoli opere d'arte.
Il Museo mantiene ancora oggi quel suo originale aspetto di raccolta privata di alto livello, dove i dipinti dal Quattrocento al Settecento fanno mostra di se e dove le varie opere coesistono armoniosamente. Tali tesori colpiscono per questo loro far rivivere un mondo scomparso, dove le tele si uniscono allo splendore dei reperti lapidei.

Il nuovo allestimento ha offerto spunti per un riordinamento cronologico-stilistico delle opere; esso si prefigura come raccolta eterogenea di dipinti a carattere sacro; accanto ad artisti abruzzesi Giacomo da Campli, T. Alessandrini, P. Bellonio, coesistono alcuni stranieri G.B. Rusconi, G.B. Spinelli.
La ricostruzione della Cattedrale nell'immediato dopoguerra mutò il suo aspetto primitivo per essere adattata a museo.

Di recente è stata compiuta una importante serie di lavori che, indirizzati ad una urgente e necessaria riqualificazione della sede arigininaria, hanno risanato da una gravissima umidità, recuperato e ampliato gli ambienti destinati ad ospitare il pregevole "corpus" artistico del museo.
L'opportuno restauro della struttura architettonica consente una riapertura che permetterà di scoprire, in questa prima fase, soltanto una parte dei suoi tesori artistici.

Il nuovo progetto vuole innanzitutto ridare dignità a strutture degradate, recuperare volumi e forme originarie, offrire un servizio di maggiore utilità pubblica e di più efficace produttività didattica e turistica, cosicchè Ortona possa rafforzare il suo ruolo di città turistica.
Il cospicuo eterogeneo nucleo di opere d'arte è costituito da dipinti su tavola, su tela, argenterie, paramenti sacri, ceramiche, reperti lapidei archeologici e medioevali e monete italiane e straniere.
Anche se da troppo tempo ormai questo patrimonio attende di essere fruito in toto, non sarà, purtroppo, possibile esporre tutto sia per l'eseguità degli spazi, sia perchè gran parte delle opere devono ancora essere restaurate.
I criteri di scelta espositiva sono stati determinati dalla volontà di presentare una campionatura la più rappresentativa possibile e del patrimonio d'arte liturgica, custodito nelle Chiese, e di quello straordinariamente ricco e vario del territorio diocesano.

La disposizione dei dipinti, obbediente a un criterio organico di distinzione di epoche, invita ad osservarli nel loro contesto. Questo ambizioso progetto è nato dalla necessità di dare degna sistemazione ad esemplari di epoche e di gradi diversi di cultura; essi, infatti, sono testi- monianze della storia, delle tradizioni di fede e di cultura religiosa e civile.

L'itinerario è articolato in tre sale: nella prima sarà emblematicamente rappresentata l'arte dal Quattrocento al Seicento con i due dipinti su tavola, superlativi per qualità, raffiguranti rispettivamente "II Volto Santo di Lucca e la leggenda del giullare" e "La Madonna con Bambino".

Altri capolavori significativi della pinacoteca sono "La Natività"
e "La Deposizione dalla Croce" due dipinti su tela di G. B. Rusconi, artista veneto attivo nell'ultimo quarto del secolo XVI; seguono, poi, i dipinti del secolo XVII dell'ortonese Tommaso Alessandrini; "I tre regni dell'oltretomba" (1633), "L'Assunta con gli Apostoli" (1627); "La Pietà" (1629), "S. Bernardo" (1632); e, infine, il dipinto raffigurante "S. Ludovico da Tolosa" (sec. XVII).
Nel vano di accesso alla seconda sala, il cosiddetto Cappellone, sulla parete destra saranno disposti i quattro dipinti raffiguranti "Storie della Vita di Santa Caterina d'Alessandria" e "L'Incredulità di S. Tommaso" (1731).
Nella seconda sala, e precisamente nel monumentale Cappellone, dalla possente struttura architettonica riportata alla luce durante i lavori di restauro, domineranno, magistralmente disposte due acquasantiere in pietra.

Nell'ultima sala si potranno, infine, animirare vari e notevoli esemplari lapidei: stemmi, capitelli, colonne con rispettive basi, parti di balaustra variamente scolpite, leoni stilofori.
All'impegno della conservazione e della valorizzazione di questo pregevole patrimonio storico-artistico si unisce la volontà, la sensibilità di promuovere e diffondere la conoscenza di tanta ric- chezza di tradizioni, di cultura e di civiltà.
L'apertura del Museo, centro della storia e della vita culturale di una città, porterà alla scoperta di questo prezioso "scrigno" pieno di "gioielli" d'arte.
La Cattedrale di S.Tommaso Apostolo è interessata da un quadro fessurativo riguardante sia le strutture verticali che quelle orizzontali.
a) Strutture verticali
E' presente una profonda lesione di ampiezza fino a 5 cm. nel setto murario dell'abside, a partire dal piano d'imposta di due unghie della volta fino a raggiungere l'imposta del tetto. Detta lesione viene indicata come Lesione tipo 1 nella documentazione fotografica.
La facciata laterale della Cattedrale, attestata su Vico dell'Orologio, presenta fessurazioni di minore ampiezza (0.5-2 mm.) ad andamento prevalentemente verticale, visibili dall'interno della Chiesa.
b) Strutture orizzontali
La navata della Cattedrale ha una copertura a volta a botte che si alterna, nella sua mezzeria, con una volta a vela.
Gli archi e le volte presentano lesioni riconducibili a tre tipologie:
1) La volta centrale della navata, del tipo a vela, è interessata da una doppia fila di lesioni intradossali e parallele all'asse della navata, ubicate simmetricamente in corrispondenza delle reni (Lesioni tipo 2 della documentazione fotografica).
2) Gli archi della navata presentano lesioni in chiave, divaricate verso l'intradosso, di ampiezza variabile
da 0.1 a 2 cm. (Lesioni tipo 3).
3) I due archi della volta a vela sono interessati da lesioni alle reni divaricate verso l'estradosso (Lesioni tipo 4).
Ricognizioni eseguite a più riprese nel sottotetto della Cattedrale hanno evidenziato il carattere evolutivo dei dissesti: il quadro fessurativo esistente denota un cinematismo che non si è stabilizzato in una nuova configurazione di equilibrio delle volte, ma è tuttora in atto e, di conseguenza, è da presumere che stia lentamente volgendo verso stadi di pericolosa gravità statico-strutturale.

Altri fenomeni di fatiscenza presenti all'interno della Cattedrale sono costituiti da:
- ossidazione dei ferri d'armatura delle nervature interne della cupola, (che delimitano gli otto campi affrescati con scene della Creazione ad opera di Luciano Bartoli), con rigonfiamenti e distacchi degli strati superficiali del calcestruzzo copriferro;
- distacchi parziali dei cornicioni interni della cupola;
- profondo degrado dei telai in ferro dei vetri istoriati (dipinti da Tommaso Cascella) presenti sul tamburo della cupola con efflorescenze interne sulle murature e macchie di umidità. Gli interventi di consolidamento degli archi e delle volte, ritenuti necessari è non più rinviabili, sono finalizzati alla rimozione delle cause di instabilità statica e ad un recupero di efficienza delle strutture deteriorate preservando, nella sua originaria integrità, l'aspetto architettonico della navata.
Verranno eseguiti operando sia dall'interno della Basilica che dal sottotetto. In concomitanza con gli stessi, verrà effettuato anche il consolidamento delle murature lesionate. Sulla Cupola si opererà dall'interno attraverso il ripristino delle nervature in cemento armato deteriorate, il rifacimento dei cornicioni e degli intonaci ammalorati, la sostituzione dei telai dei vetri istoriati. A completamento delle opere di consolidamento, si prevedono altri interventi quali la tinteggiatura interna, l'adeguamento e messa a norma dell'intero impianto di riscaldamento della Cattedrale. Si ringrazia per la collaborazione l'ing. Luigi Iubatti
progettista delle opere di consolidamento.
Appunti prelevati dal sito www.tommasoapostolo.com/museo.htm
Testo di Ernestina Stinziani
Ispettore Storico dell'Arte della Soprintendenza ai B.A.A.A.S.